I racconti di Bovalino

  • Rubbettino, 2008

Tra gli scrittori del nostro Novecento dimenticati c’è Mario La Cava (1908-1988) di cui, grazie alla cura di Luigi Tassoni e Milly Curcio, l’ editore Rubbettino recupera ora I racconti di Bovalino, solo in parte già pubblicati (ma in maniera sparsa) su riviste e antologie, conservati sostanzialmente inediti nella stesura definitiva rimasta autografa grazie alla cura del figlio Rocco.

Sono venticinque racconti nati intorno alla metà degli anni Trenta e poi sottoposti, nei decenni successivi, a esercizi di riscrittura. Sullo sfondo c’è Bovalino, paese sulla costa ionica della Calabria che – come scrive l’ autore in alcuni «appunti per una prefazione» – è sempre stato il suo «angolo di osservazione» privilegiato, oltre che luogo di vita. Lo scopo dei racconti – dice La Cava – «non è stato di documentare alcunché, ma di esprimere poeticamente, secondo le mie forze, un sentimento tragico della vita, desunto» (oltre che dalle esperienze personali) da quelle «della gente tra cui ho sempre vissuto». I racconti rappresentano un momento drammatico che raramente ha movimento o sviluppo, più spesso stigmatizza la fissità di un’ esistenza solo gratificata dall’ appartenenza a una comunità solidale.

La Cava ebbe consensi autorevoli ai suoi racconti che pur rimanendo d’ impianto naturalista, cercano un linguaggio di sapore classico. Caproni ne ammirava la «saggia umiltà di scrittura». Sciascia è più esplicito: «Le cose di La Cava costituivano per me esempio e modello del come scrivere: della semplicità, essenzialità e rapidità a cui aspiravo».


APPROFONDIMENTI:

I racconti di Bovalino

Leggere allarga la vita. di Davide Giacalone
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