Le memorie del vecchio maresciallo

  • Einaudi, 1958
  • Donzelli, 2000
  • Edizione speciale Premio Letterario, 2017

Le Memorie del vecchio maresciallo è un’opera singolare nel panorama della letteratura italiana del Novecento che si impone per l’originalità quasi sperimentale della forma originaria (un libro intervista che è al tempo stesso racconto del suo farsi) e, insieme, per una patina di «classicità» che vi si è depositata, conferendole una particolare, arcaica grazia.

Il giovane scrittore ricorre al racconto del novantaseienne maresciallo, che è l’incarnazione vivente del tempo e della memoria, come alla fonte di ogni possibile narrazione. Il vecchio racconta quasi senza tregua, per un suo naturale dono fabulatorio che richiama la secolare trasmissione orale del sapere, gli avvenimenti di quasi un secolo, vissuti dalla prospettiva privilegiata ed emblematica del servizio nell’Arma dei Carabinieri. Terremoti, guerre, lotte per la terra, brigantaggio, viaggi in terre lontane, avventure erotiche e gesti di umanità si susseguono essenziali e incalzanti, mescolando la ciclicità del tempo mitico (una condizione di vita che non cambia) con la linearità dei singoli avvenimenti (la storia che muta).

Il fitto dipanarsi di eventi personali e familiari svela sullo sfondo la storia dell’Italia meridionale dal Regno dei Borboni a quello italiano, fino all’instaurazione del fascismo e al benessere degli anni cinquanta; così come dietro la convenzione della registrazione fedele del parlato si colgono i filtri letterari che avvicinano questa prosa romanzesca al memorialismo dei «primitivi» medievali e dei grandi classici dei tempi antichi. Antico e moderno si mescolano in una dimensione storica e narrativa, di cui è assai difficile stabilire i contorni di genere, ma che di sicuro appartiene alla più alta letteratura del secolo ormai trascorso.